Messina, speciale elezioni: in esclusiva ai microfoni di Strettoweb il candidato sindaco Felice Calabrò

StrettoWeb

felice calabroLe elezioni comunali sono ormai alle porte e Strettoweb ha incontrato il candidato sindaco del centrosinistra Felice Calabrò. Smart city, politiche agricole, attenzione ai giovani, sono alcuni dei cardini del programma dell’aspirante primo cittadino, che in questi giorni è costantemente a contatto con la gente della città, come recita lo slogan “Felice tra la gente”. E sui muri della città si legge anche “Ora basta”: Felice Calabrò afferma infatti di voler dare ai cittadini messinesi la speranza che da una situazione così critica, come quella attuale, la città dello Stretto possa rinascere.

Chi è Felice Calabrò? Provi a descriversi.

Sono un ragazzo messinese di quarant’anni, svolgo la professione di avvocato a Messina, avvocato civilista. Sono sposato con Mariella, ho tre bambini, Stefano Davide e Claudio, 10 8 e 6 anni. E sono impegnato in politica in maniera attiva ormai dal 2003, allorquando sono stato eletto al consiglio di quartiere della allora quarta circoscrizione, poi nel 2005 sono stato eletto in consiglio comunale, e di nuovo nel 2008 dove ho svolto il ruolo di coordinatore dei gruppi del partito democratico. Sono un ragazzo che si vuole dedicare alla città di Messina.

Di cosa hanno bisogno i messinesi in questo momento?

Di riacquistare la fiducia in se stessi, noi tutti abbiamo bisogno di riacquistare questa fiducia e riacquistare anche una speranza: che da questa situazione così critica si possa ripartire, si possa rinascere.

Tra i punti crociali: la vicenda dell’Atm e Messinambiente. Come pensa di agire nell’immediato?

Sia Messinambiente che l’Atm, sono dei settori in cui il comune e la prossima amministrazione si giocano veramente il futuro della città. L’Atm va trasformata in Spa, la trasformazione in Spa va poi riorganizzata, e va, secondo il mio punto di vista, divisa in quattro settori, quello dell’amministrazione, il trasporto pubblico, il parcheggio e l’officina, la quale deve garantire interventi di riparazione a tutti i mezzi comunali, siano essi del comune, di Messiambiente, di Atm, di Amam. E volendo potrebbe essere anche un’officina che guarda all’esterno, con le revisioni. E poi il settore della pubblicità, che è un’ulteriore grande risorsa per l’azienda. Ovviamente però la trasformazione in Spa è un fatto tecnico: come facciamo a far ritornare l’Atm un’azienda florida? La futura società percepisce contributi su tre livelli: il biglietto, il contributo comunale, che è sempre di meno, rispetto la situazione economica deficitaria del comune, e il contributo chilometrico regionale. Per avere quest’ultimo è necessario fare camminare gli autobus, e quindi è necessario che gli autobus ci siano, e quindi sono necessari investimenti che il comune non può fare. Per cui è necessario, se non improcrastinabile, rivolgersi al privato. Mettendo il 49% delle quote, delle azioni, a gara, quindi mantenere un controllo forte pubblico, che garantisce il costo sociale del servizio, che garantisce il servizio pubblico, e dall’altro lato rivolgersi al privato, che possa fare degli investimenti per incrementare il servizio, che oggi non c’è.

Lo spettro del dissesto finanziario, come pensa di poter risollevare il comune?

Lo spettro del dissesto finanziario è una dura realtà. Il piano di riequilibrio finanziario, come sappiamo, è stato presentato alla sottocommissione del Ministero dell’Economia e delle Finanze ed è al vaglio. Questo piano di riequilibrio è deficitario rispetto al contratto di servizio Amam che è stato bocciato dal Consiglio Comunale. La legge però prevede, perché bisogna essere chiari: il dissesto va evitato. Tutto quello che possiamo fare lo dobbiamo fare per evitarlo, però il dissesto è un fatto. Se si verificano i presupposti perché ci sia non si può fare altro che prenderne atto. Comunque, la legge consente alle nuove amministrazioni che si insedieranno, quindi come la nostra città che va alle elezioni, la possibilità di fare, entro novanta giorni dall’insediamento, un nuovo piano di riequilibrio. Su quello dobbiamo andare a parare.

Leggendo i punti del suo programma, mi ha colpito quello della “creattività”…

E’ fondamentale essere creativi ma essere attivi, è questa interazione che per noi è fondamentale. E’ da qui che passa tutto, la allargo in senso generico e la porto alla situazione reale del nostro comune. Noi abbiamo la necessità di far capire ai cittadini che tutti siamo importanti per la città. E ognuno di noi è importante per la rinascita della città. Quindi è fondamentale quest’interazione costante che ci deve essere tra l’amministrazione e la gente. Ritornare tra la gente è anche questo.

E a questo proposito come pensa di poter riavvicinare i giovani? Dare eventualmente delle speranze lavorative?

Il Comune non da posti di lavoro. Il comune crea opportunità. Un esempio tangibile l’abbiamo dato venerdì scorso, allorquando abbiamo parlato di smartcity, e nel nostro piccolo abbiamo garantito la wi-fi libera nella zona più centrale di Messina. Dobbiamo andare in quella direzione, verso le nuove tecnologie, ma soprattutto dobbiamo garantire ai giovani opportunità. Poi saranno i giovani a doverle cogliere e a diventare imprenditori di se stessi.

Un altro aspetto interessante del suo programma è quello delle politiche agricole. Come intende svilupparle?

Ci credo molto a questo. Perché la vocazione della città di Messina non può essere una. Le direttrici di questa città sono diverse: tra queste io ritengo che sia fondamentale l’agricoltura. Una città che si estende per  52 chilometri, che ha molte colline, una città che ha villaggi che sono veramente a tendenza agricola, è una città che deve guardare all’agricoltura, perché con questa si fa ricchezza reale, seria, non finanza derivata. E l’agricoltura è uno dei settori in cui l’Europa investe i maggiori fondi. Quindi noi, con i Psr, Piani di sviluppo rurale, istituendo un assessorato ad hoc, che si dedica all’agricoltura, alle politiche territoriali, fondamentale per intercettare questi fondi e creare agriturismi, asili-fattoria, possiamo creare impresa.

Tema rifiuti. Lei pensa che i messinesi potrebbero abituarsi realmente alla raccolta differenziata? Al rispetto del proprio ambiente?

Modello Salerno. Salerno è una città dalla conformazione geografica simile a Messina: monte e mare. Eppure c’è stato un sindaco che, in sei mesi, dal 3% è arrivato al 50% di differenziata. Se l’hanno fatto a Salerno possiamo farlo anche noi. Ci dobbiamo abituare noi e i cittadini ci seguiranno, con la raccolta porta a porta e con tutta una serie di iniziative anche presso le scuole, per educare i bambini, che sono più recettivi, sono come delle spugne e poi danno insegnamenti ai grandi.

A proposito dei bambini, ho letto anche della sua vicinanza ai giovani, soprattutto dal punto di vista sportivo..

Si, sono stato un animatore del Centro Sportivo Italiano. Il cosiddetto Giocasport: i bambini a una certa età non devono fare sport o educazione fisica, devono giocare. O meglio, devono fare sport giocando, divertendosi. E io ero animatore, sono stato molti anni volontario nel Csi. Ho fatto molti stage in giro per l’Italia per formarmi e poi intervenivo presso le strutture scolastiche, nella fattispecie la scuola elementare di Zafferia, e due volte la settimana facevo “Giocasport”, educazione fisica se volete, ai bambini della quarta e della quinta elementare.

Quindi pensa di incentivare in qualche modo il settore sportivo?

Lo sport deve essere garantito a tutti e noi con le nostre strutture sportive che devono essere mantenute, dobbiamo garantire questo, facendo riferimento a quegli enti di formazione importanti.

In cantiere c’è anche l’idea di una pista ciclabile?

Eh,  è un po’ complicato fare una pista ciclabile nel centro della città, però si può verificare, al momento non è stata prevista.

Che soluzione proporrebbe per risolvere le problematiche legate ai servizi sociali?

Io parlo della rimodulazione dei servizi sociali, intanto garantire un controllo pubblico serio sui servizi sociali, attraverso un dirigente che si occupi solo ed  esclusivamente di quello. E poi rimodulare: far sì che i servizi sociali abbiano come presupposto fondamentale la cura verso l’assistito, e garanzie per i lavoratori.

Problema traffico: Rada S. Francesco. Renato Accorinti, ad esempio, fa riferimento al Molo Norimberga, lei cosa ne pensa?

Sono il primo a  dire che tutto va trasferito a Tremestieri. Ma se noi trasferiamo tutto il traffico dalla Rada S.Francesco al Molo Norimberga  cosa abbiamo fatto? Abbiamo spostato il problema. Il traffico subìto nella zona della Libertà si riverserebbe in quella zona. Se è la soluzione, per carità! Se poi deve essere uno spauracchio per dire che la Rada S.Francesco è libera, sono il primo a dirlo. Però se dobbiamo dare delle soluzioni, le dobbiamo dare. Se dobbiamo fare solo spot elettorali, io non sono per gli spot.

Per quanto riguarda il turismo, nelle sue intenzioni, ha dichiarato, rientrerebbe anche quella di “riaprire” il museo…

Il museo attualmente è aperto, ma quando io parlo di riaprire significa renderlo veramente fruibile alla città e ai turisti, garantire un museo. Un museo operativo. E non un museo in cui possiamo andare a vedere solo due tele e qualche scultura, quando abbiamo gli scantinati pieni di dipinti. Riaprirlo significa renderlo un polo veramente attrattivo al passo con i tempi, sia per i turisti che per noi.

Come utilizzare i locali della Fiera di Messina?

La Fiera deve diventare, secondo il mio parere, la città delle culture e dell’esposizione. Non della cultura, delle CULTURE. Renderla fruibile a tutti, dare spazio alle associazioni di giovani, agli esercenti, che lì possono veramente investire, all’artigianato locale, ai prodotti tipici.

Perché i messinesi dovrebbero votarla?

Perché lo faccio con un’estrema passione, con una grandissima determinazione e metto a rischio il mio mondo, il mio sistema, per l’interesse della mia città. Diventando sindaco ci si sveste della “giacchetta” politica e si diventa amministratori. E’ fondamentale, altrimenti non si risolvono i problemi della città. Risolvere i problemi di posizioni politiche a me non interessa. Potrei finire anche oggi stesso di fare politica: se non dovessi essere eletto tornerei a fare l’avvocato. Continuerei a fare politica nel senso alto del termine: quello di essere utile a chi ha bisogno.

Cosa pensa del piano strategico 2020 per Messina?

La pianificazione strategica è tutto un divenire, si può modificare sempre. Quello che di buono c’è, però, va mantenuto. Io sono per la continuità amministrativa, non posso dire che chi c’è stato prima ha fatto solo male. Se c’è qualcosa di buono, nell’interesse della città, va portato avanti. Il piano strategico è stato approvato dal consiglio comunale perché deve garantire la possibilità che Messina entri nelle venti città italiane che dialogheranno per la spesa dei fondi comunitari 2014/2020 direttamente con la nostra città. E’ un motivo molto pratico e concreto.

Per finire, un suo pensiero sulla poltica regionale attuale.

Io ho molta fiducia in Rosario Crocetta, e l’ho avuta nel votarlo e nel farlo votare. Continuo ad attribuirgli grande fiducia, e credo che alcune cose le stia facendo. Mi piacerebbe che diventasse ancora più incisiva la sua attività amministrativa, e che fosse ancor di più “amministrativa”. Come dicevo, “mi svesto del ruolo politico e divento amministratore”.

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