Parmitano: “spero che l’Italia riesca a trovare la sua strada”. Il siciliano ha parlato dalla ISS

StrettoWeb

ImmagineBreve ma intenso collegamento quello effettuato questo pomeriggio dall’astronauta di Paternò Luca Parmitano, che si trova da qualche giorno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. “Spero che l’italia trovi la sua strada per andare avanti“, ha esordito Parmitano, in riferimento alla particolare situazione di crisi economica e politica nella quale si trova il nostro Paese. Quindi le domande dei giornalisti italiani.

Nessun momento negativo, ma un’esperienza totalmente positiva fino adesso per Luca sulla ISS. “Il momento di maggiore gioia è stato il primo ingresso nella stazione e incontrare i colleghi con i quali vivrò per i prossimi mesi“, ha detto, aggiungendo che “non si può descrivere la sensazione di trovarsi nello spazio, non c’è stato un vero adattamento, mi sono trovato subito a mio agio“.

Tutto grazie anche ai suoi compagni d’avventura, russi e americani: “sembra di trovarsi in un ostello con degli amici, ci si sente come a casa“. Tra pochi giorni Parmitano sarà il primo italiano a compiere attività all’esterno, a farsi una cosiddetta “passeggiata spaziale”: “l’attività extraveicolare sarà un momento molto importante per me, starò concentrato sul seguire le procedure e per compiere correttamente il lavoro“.

Eppure, nonostante le sessioni di lavoro, quelle di palestra (obbligatorie per mantenere il tono muscolare che nello spazio si perde a causa dell’assenza di gravità) e il riposo, Parmitano non perde occasione per osservare lo spettacolo che gli si presenta davanti agli occhi. “Guardo sempre fuori dal finestrino, lo faccio in ogni momento libero. Guardare il mondo da questo di vista assolutamente particolare è incredibile, è come osservare un gioiello sospeso nello spazio“.

Infine un augurio che lo spazio non rimanga un qualcosa di fine a sé stesso, ma sia utile per la scienza a più livelli: “la Stazione Spaziale ha un grande potenziale. Bisognerebbe incoraggiare le agenzie, le università, a creare progetti per sfruttare al massimo le possibilità che i laboratori dello spazio ci danno“.

Condividi