Reparto di chirurgia toracica, il lato “buono” della sanità reggina

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Reggio Calabria: caso di buona sanità agli Ospedali Riuniti

Nella nostra città, Reggio Calabria, siamo abituati ad essere diffidenti nei confronti della sanità. Purtroppo è un’affermazione, dato tutte le notizie che telegiornali e giornali passano di continuo. Ma non perché non ci siano cose belle da dire. Ma perché, spesso, fa più notizia una cosa fatta male che una cosa fatta bene. Semplice costatazione o semplice retorica. O entrambe che dir si voglia. Ma poi ci si imbatte da vicino in situazioni, si toccano con mano professionalità degne di menzione e allora ci si chiede: se tutti si lamentano, spesso e volentieri a ragione, perché non valorizzare le eccellenze? Perché non dire grazie pubblicamente a medici, infermieri, OSS e ad un reparto che salva vite, che si occupa e si preoccupa di ogni singola persona che entra, di un che funziona, che fa il suo dovere (e forse qualcosa di più), e che è un fiore all’occhiello dei nostri Ospedali?

Chi lavora nel mondo ospedaliero, conosce bene il motto “il paziente al centro”, che da anni cerca di riformare il punto di vista del cittadino su un sistema sanitario che zoppica sotto molti punti aspetti. Questa storia, come ci si augura diventino la maggior parte delle storie che raccontano realtà ospedaliere, la si racconta così perché l’ U.O.C. di Chirurgia Toracica dell’Azienda Ospedaliera B.M.M. di Reggio Calabria diretta dal Dott. Mondello B., si contraddistingue per tempestività e presenza puntuale di tutto il reparto.

Come tutte le storie che parlano di sanità, e di sanità pubblica in particolare, anche questa parte da una corsa in ospedale. E’ il 13 agosto (si due giorni prima di ferragosto!), ed arriva d’urgenza al reparto di Chirurgia Toracica P.:  giovane cantante di 22 anni, in piena tournèe (aveva fatto un concerto la sera prima portato a termine solo grazie ad una puntura) con un referto allarmante in mano e un dolore lancinante ai polmoni. Sin dall’accoglienza ad opera del dott. Ambrogio viene capito, confortato (la situazione non è semplice), coccolato, attenzionato. E direttamente nel pomeriggio, viene operato d’urgenza, ed inserito un drenaggio toracico. Dal 13 al 16 di agosto il ragazzo è stato operato due volte, scrupolosamente sottoposto ad esami, visite di controllo, ogni giorno della sua permanenza in reparto, anche la domenica, anche il 15 agosto (giorno durante il quale addirittura viene preparato con tutte le visite e i controlli del caso all’operazione, condotta dai dott. Mordà e Eneide e dal primario stesso, avvenuta il giorno successivo). Da subito, ci si è trovato di fronte ad un reparto che ha lavorato instancabilmente come se fosse un qualunque giorno lavorativo, e non durante una delle festività più importanti, la presenza di tutti ha reso quella che poteva essere una tragica disavventura, un’ avventura a lieto fine. Tutti dagli infermieri, al caposala F. Martino, e  tutto lo staff medico hanno dimostrato un’empatia, un attenzione alle cure, alla storia personale non solo di P. ma di tutti i pazienti, che hanno spinto la famiglia di P. a raccontare questo stralcio di vita. Tutti i dottori sono stati presenti anche nei loro confronti, fino ed oltre la degenza in reparto. Anche chi non lo aveva in carico direttamente, come la dott.ssa La Rocca e la dott.sa D’Ambrosio, che completano l’organigramma di reparto sono state presenti, attente e scrupolose.

Questo racconto, questa piccola fotografia di vita, è un grazie: un grazie da parte di P., un grazie da parte della sua famiglia. Perché in questo reparto hanno trovato più che Professionisti, ma hanno trovato uomini e donne che con attenzione, coscienza, abnegazione e dedizione al lavoro fanno di un reparto un Eccellenza del territorio non solo reggino, ma calabrese. Ma è anche un riscatto, una voglia di far sapere che a Reggio ci sono eccellenze, reparti che possono competere per efficienza, risultati e competenze con gli ospedali migliori. Che a Reggio Calabria, anche se se ne parla poco, c’è anche “Buona Sanità”.

Lucia Vartolo

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