Aeroporto dello Stretto, la Sogas chiarisce: “con l’UE è tutto chiaro. Nulla da temere”

StrettoWeb

DSCN2035Nel 2010 la Commissione europea ha aperto un’indagine sull’Aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria, ad oggi non ancora conclusasi, per un contributo regionale pari ad euro 1.824.964 euro finanziato, a titolo di sovvenzione diretta, a copertura delle perdite subite dalla società che gestisce l’Aeroporto dello Stretto, la Sogas Spa, negli anni 2004 e 2005.

La fattispecie, secondo la Commissione europea, avrebbe configurato un caso di “aiuto di Stato non dovuto”; nella nota inviata dalla Commissione al Governo italiano nel 2010 si leggeva: “l’esistenza di altre misure di sostegno a favore dello stesso beneficiario sembrano costituire aiuti di Stato già concessi”.

Il caso “Aeroporto di Reggio- Unione europea” è sorto, tuttavia, a seguito dell’approvazione delle nuove linee guida sui finanziamenti e gli aiuti di Stato agli aeroporti; tali linee guida, presentate ieri a Bruxelles, dal 2014 dovrebbero sostituire quelle in vigore dal 2005 ed essere applicate retroattivamente a quelle procedure d’infrazione già aperte come nel caso dell’aeroporto reggino.

Se così dovesse essere, la scure della Commissione europea attraverso “tagli retroattivi” potrebbe, dunque, abbattersi sul nostro aeroporto; la Commissione con una nota ha tuttavia precisato che una decisione sarà presa solo quando le nuove linee guida saranno approvate.aeroporto dello stretto

Allarmismo, che tuttavia è stato “placato” dalla stessa Sogas Spa, che con un comunicato stampa ha ribadito che “con la UE è tutto chiaro e non c’è nulla da temere. Si tratta solo di un ripiano perdite del passato da parte della Regione, già condannata a pagare. Nessun aiuto di Stato”.

Di seguito, pertanto, pubblichiamo il testo integrale del comunicato stampa sulla vicenda inviatoci dall’Ufficio Relazioni Esterne della Sogas Spa:

“La Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto, anche alla luce di quanto previsto delle nuove linee guida retroattive sui finanziamenti pubblici agli aeroporti, non ha motivo alcuno per ritenere di trovarsi in una posizione tale da dover subire i paventati “tagli retroattivi” a causa di presunti “aiuti di stato non dovuti” per come invece si è voluto inopinatamente far credere all’opinione pubblica.

Sulla natura del finanziamento pubblico da cui scaturisce l’interesse della Commissione UE occorre sapere che si tratta di una vicenda già ampiamente dibattuta e, peraltro, già oggetto di una specifica pronuncia da parte di un giudice italiano il quale nella fattispecie del caso non ha ritenuto che si trattasse di un caso di “aiuti di Stato” bensì di un mero ripiano perdite da parte dell’Ente Socio proponente opposizione.  Con tale sentenza, infatti, la Regione Calabria è stata già condannata al pagamento delle somme dovute in favore di Sogas Spa.

La questione nasce allorquando, per fare fronte ai debiti creati dalle precedenti gestioni di Sogas SpA, su specifico mandato assembleare, nell’anno 2007, vennero attivate le procedure ingiuntive contro gli Enti soci inadempienti di fronte l’obbligo di versamento delle quote di copertura perdite. Perdite che si riferivano agli anni 2004 e 2005, anni in cui l’Aeroporto dello Stretto rimase per parecchio tempo chiuso, a causa dei lavori di adeguamento delle infrastrutture di volo. 

Perdite che gli Enti Soci erano appunto chiamati a dover ripianare. Ed è proprio per “giustificare” il proprio sostanziale disimpegno nei confronti dell’Aeroporto di Reggio Calabria che la Regione, a guida Loiero, si oppose al decreto ingiuntivo richiesto da Sogas ed emesso dal Tribunale di Reggio Calabria asserendo che, a giudizio dell’avvocatura regionale, il versamento a copertura perdite rientrasse tra gli aiuti di stato  soggetti a notifica preventiva alla commissione UE.

Per giustificare tale tesi difensiva la Giunta Regionale del tempo (ovviamente) attivò sebbene tardivamente la procedura di notifica all’UE. Ebbene tutto ciò non valse a nulla poiché il giudice italiano rigettò totalmente le eccezioni formulate dalla Regione  Calabria condannandola quest’ultima al pagamento delle somme dovute a titolo di ripiano perdite.

Fu, quindi, la Regione Calabria che tentò fino all’ultimo di sottrarsi al pagamento di quanto invece dovuto alla Sogas cercando di mascherare come “aiuto di stato” quanto invece obbligata a corrispondere in quanto Ente socio come ripiano perdite. Alla fine Sogas SpA riuscì ad ottenere quanto dovuto solo tramite pignoramento ed assegnazione da parte del Giudice di Catanzaro, giungendo tale provvedimento nei primi mesi del 2010. Naturalmente questa tesi difensiva “pur di non pagare” adottata dalla Regione con tanto di notifica all’UE attirò l’attenzione da parte della Commissione stessa che, verso la  metà del 2010, chiese appunto alla Regione Calabria ed agli altri Enti soci di formulare le proprie osservazioni in merito alla questione. Venne invitata anche la Sogas, tramite la Regione Calabria, a fornire le proprie osservazioni.  Il CdA di Sogas  decise  allora di coordinare la propria azione anche con quella degli enti soci e con il ministero degli esteri. Successivamente all’invio delle osservazioni, non sono a tutt’oggi pervenute ufficialmente censure sul comportamento degli Enti soci nel ripianamento di tali perdite. Serva osservare che per procedura chiunque si ritenga leso nel suo diritto alla libera concorrenza può presentare osservazioni alla commissione. Cosa che non è avvenuta.  Le osservazioni formulate da Sogas SpA, a nostro parere, hanno già chiarito inequivocabilmente che gli Enti Soci hanno seguito il criterio dell’investitore privato. Peraltro vale ricordare che è in corso una procedura di privatizzazione e che come dimostrano  gli studi economici l’aeroporto non è in concorrenza con nessun altro scalo.

Arriviamo, infine, ai giorni nostri. Nel mese di aprile 2012, infatti, la commissione UE richiede alla Regione Calabria ulteriori dati economici  sull’aeroporto dello Stretto.  La Regione Calabria gira alla Sogas tale richiesta che invia puntualmente tali dati . Anche in questo caso nulla in proposito è stato eccepito oltre”.

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