Calabria, 44 anni fa l’assassinio del giovane Sergio Ramelli. Ferro: “Doveroso sbloccare l’iter per una via in sua memoria”

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Calabria, l’onorevole Wanda Ferro chiederà al ministro Salvini di sollecitare l’invio di un parere favorevole alla Prefettura di Catanzaro

Il 13 marzo del 1975 un commando di Avanguardia Operaia massacrò a colpi di chiavi inglese Sergio Ramelli, militante appena 18enne del Fronte della Gioventù di Milano, che morì dopo 48 giorni di agonia. Fu uno dei crimini politici più brutali ed efferati degli anni di piombo, accompagnato da una intollerabile cortina di silenzio e indifferenza anche da parte delle istituzioni dell’epoca, che vietarono persino il corteo funebre in sua memoria“.

E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia, on. Wanda Ferro, che prosegue: “Ricordo che tra i motivi che spinsero il commando dell’estrema sinistra ad assassinare Sergio Ramelli non ci furono scontri o episodi di violenza. Sergio non era un violento, era un ragazzo come tanti, che viveva i suoi 18 anni fra lo studio, il calcio, la fidanzata e la politica. A ‘condannarlo’ furono le le opinioni espresse in un tema scolastico nel quale aveva criticato l’operato delle Brigate Rosse, biasimando il mondo politico per il mancato cordoglio istituzionale per l’uccisione in un agguato dei militanti padovani del Msi Mazzola e Giralucci da parte dei brigatisti rossi. Quel tema fu apposto dagli studenti dell’estrema sinistra su una bacheca scolastica e usato come capo d’accusa in una sorta di processo politico. Ad 44 anni di distanza, la sua fine straziante è diventata l’emblema di una stagione di ferocia ideologica che l’Italia non si è ancora lasciata del tutto alle spalle, se come è vero di fronte a certe pagine della nostra storia recente si fa fatica a costruire, con serenità e obiettività, una memoria condivisa”.

Per questo auspico – conclude Wanda Ferro – che possa finalmente sbloccarsi, dopo anni dalla prima richiesta, l’iter per l’intitolazione di una via ‘a Sergio Ramelli e alle vittime del terrorismo’ nella città di Catanzaro. Una richiesta sostenuta da un comitato di cittadini, già approvata dalla commissione toponomastica e dalla giunta comunale, ma il cui iter si sarebbe inspiegabilmente arenato dopo la richiesta di un parere al ministero dell’Interno da parte della Prefettura. Chiederò al ministro Salvini di sollecitare l’invio di un parere favorevole alla Prefettura di Catanzaro, considerando anche che in decine di città italiane ci sono luoghi pubblici intitolati a Sergio Ramelli, la cui fine ingiusta e drammatica potrà avere un senso solo se alle nuove generazioni saremo capaci di tramandare, anche attraverso gesti simbolici come l’intitolazione di una strada, il ricordo di quella assurda stagione di violenza, perché non si debba ripetere, e il valore di una pacificazione nazionale che dobbiamo tutti perseguire con forza”.

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