Regione, revocati arresti domiciliari al consigliere Rappoccio. Adesso rivuole il suo posto a Palazzo Campanella

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rappoccioLa decisione del Tribunale di Reggio Calabria di revocare gli arresti domiciliari al consigliere regionale Franco Rappoccio, imputato in un processo per i reati di truffa elettorale aggravata e associazione per delinquere, ha dell’incredibile, ma non per le motivazioni di diritto (non spetta a noi contestarle), bensì perché da uomo libero adesso ha tutti i diritti per occupare di nuovo lo scranno di Palazzo Campanella.

Processo che lo vede imputato e per il quale la stessa Regione Calabria si è costituita parte civile.

Com’è possibile una situazione del genere? Nessuna norma effettivamente vieta al consigliere Franco Rappoccio di chiedere e ottenere il proprio reintegro in Consiglio Regionale dal quale, peraltro, non si è mai dimesso; nessuna incompatibilità sussiste. A prescindere, poi, dai risvolti morali. chizzoniti

Situazione paradossale, che sta sdegnando soprattutto l’Avv. Aurelio Chizzoniti, il quale era subentrato allo stesso Rappoccio a seguito dell’arresto; attacco durissimo contro la magistratura – “squallido esempio di amministrazione della giustizia. Perché i magistrati che hanno scarcerato Rappoccio, con il parere favorevole della Procura, non potevano non sapere le ricadute che avrebbe avuto il loro provvedimento”.

Una situazione antipatica che andrebbe risolta sul piano etico magari presentando le dimissioni da consigliere regionale” ha pronunciato Pasquale Crupi, capo di gabinetto del presidente Talarico.

Dal 10 Luglio Franco Rappoccio è un uomo libero e da uomo libero si difenderà al processo, che ancora lo vede imputato.

La legge, più che uguale per tutti, a volte è davvero strana. E la morale e l’etica invece?

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