California: “Senza orgasmo non c’è stupro”, lo afferma il Dipartimento di sicurezza pubblica dell’University of Southern California

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Los AngelesTuition and Fees:  $37,694Room and Board:  $11,298Total Cost:  $48,992Di Graziella Maccarrone– Mentre l’Italia si accingeva a dire no al carcere preventivo nei casi di stupro di gruppo, in California, per non essere da meno, le autorità americane hanno aperto un’indagine su come la University of Southern California gestisce i casi di violenza sessuale.

Quattordici studentesse avrebbero contro l’università californiana e addirittura una di esse, Ari Mostov, dopo aver raccontato al Dipartimento di sicurezza pubblica della Usc di esser stata violentata da un suo compagno si è sentita rispondere che “nè l’universita’, nè la polizia avrebbero perseguito il presunto stupratore, perchè questi non ha avuto un orgasmo”.

Probabilmente la University of Southern California cercava così di tenere alto il suo nome, ai danni di giovani donne.

“Sono stata ferita, sono stata oltraggiata. Sono stata violentata. Le autorita’ di sicurezza dell’ateneo erano totalmente in errore quando hanno deciso che da cinque a dieci minuti di penetrazione forzata non rappresentano uno stupro perche’ il mio stupratore era troppo ubriaco per raggiungere l’orgasmo” ha detto la ragazza.

Stesso umiliante trattamento sarebbe toccato alla studentessa Tucker Reed, che ha raccontato di aver subito un abuso alle autorità dell’università, dimostrandolo con delle registrazioni audio in cui lo stupratore ammetteva le sue colpe. Dopo 6 mesi l’ateneo ha deciso di chidere il caso perchè le prove non erano sufficienti.

Insomma per l’università della California una denuncia di stupro non è valida se non c’è l’orgasmo, si incrimina quasi la vittima perchè non riesce a dimostrare lo stupro, tentando di indurla al silenzio.
Alla luce di quanto successo alle loro compagne molte ragazze, cui è toccata la stessa sorte, hanno invece deciso di non tacere oltre e si sono fatte avanti per denunciare pubblicamente episodi simili.

Parlarne, raccontare, trovarsi (putroppo) numerose in vicende simili, muoversi insieme, è l’unico passo per rompere quel maledetto silenzio.

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