Shock su Rai1: “Reggio è una città terribile, una catastrofe, come Messina. I Bronzi vadano via”

StrettoWeb

Ieri la trasmissione “Uno Mattina estate“, su Rai1, ha affrontato tra i vari temi quello delle ricchezze culturali dell’Italia partendo proprio dallo Stretto di Messina e dai Bronzi di Riace. In un servizio introduttivo i giornalisti del principale canale televisivo italiano hanno dato voce a Paolo Barbera, l’esponente della V circoscrizione del Comune di Messina che ha avviato una raccolta firme per chiedere alla Regione Calabria i Bronzi in “prestito” nella città peloritana, “affinché possano visitarli i turisti che scendono dalle grosse navi crociera che si fermano nel porto“. Barbera ha chiesto “quanti turisti, quanti cittadini, vanno a vedere i Bronzi a Palazzo Campanella? Io non lo so, vorrei avere una risposta. Noi abbiamo raccolto le firme per portarli a Messina“. In realtà la risposta alla sua domanda c’è. I visitatori a Palazzo Campanella sono migliaia al giorno, anche perché si può accedere gratuitamente e tanti turisti arrivano da tutto il mondo a vedere le due grandi opere. Piuttosto sarebbe interessante sapere quante firme abbia raccolto …
Simonetta BonomiA rispondergli, nel servizio, sono innanzitutto i turisti intervistati fuori da Palazzo Campanella: “è una destinazione da vedere, non sono meno di nessun David“, e poi in modo ancor più chiaro è Simonetta Bonomi, Soprintendente regionale dei beni archeologici della Calabria, che spiega quanto sia difficile solo ipotizzare un viaggio delle due opere: “sono estremamente delicate, e se bisogna metterle a rischio, lo si può fare solo per un motivo più che valido. I Bronzi sono qui distesi perché sono stati restaurati, le polemiche non sono legate ai Bronzi ma alle vicende del Museo che comunque riaprirà a gennaio, tra pochi mesi, così i Bronzi potranno tornare a casa. Reggio Calabria e i reggini sono profondamente attaccati ai Bronzi, solo l’idea di portarli altrove viene vista come una privazione di un elemento identitario“. Intervistati dai giornalisti, alcuni reggini in strada affermano in modo netto: “da qui non si devono muovere“.
Philippe DaverioPoi i commenti in studio. Il primo a parlare è l’eclettico critico d’arte francese Philippe Daverio, e le sue sono parole fortissime: “Reggio Calabria è un posto terribile, come Messina che è un altro posto terribile. E’ già un miracolo che la gente ci vada a vedere i Bronzi. Il problema non sono i Bronzi o il Museo, il problema è la città che è una catastrofe. E’ grottesco pensare che quei Bronzi lì possano essere richiamo turistico“. Rincara la dose l’editorialista del Corriere della Sera Paolo Conti: “Daverio ha ragione, è inutile che la Bonomi cerchi di difendere determinate cose, non è possibile che i Bronzi di Riace appartengano a una sola città italiana e non si riesca a fare in modo che appartengano a un’identità nazionale“.
Intervento molto più equilibrato da parte del ministro Carlo Trigilia, che da siciliano ha parlato della situazione con più contezza: “il problema non è Reggio Calabria, il problema è tutto il Sud, basti pensare a Pompei. Il nostro meridione è ricco di beni culturali e ambientali, e noi non possiamo – come soluzione – spostare tutto al nord, dobbiamo piuttosto sforzarci per valorizzare queste straordinarie risorse. Dobbiamo fare qualcosa, come abbiamo fatto a Reggio per il Museo che ha avuto un ottimo restauro e che verrà inaugurato a gennaio. Stiamo lavorando proprio per valorizzare da un punto di vista della fruizione questa straordinaria risorsa dei Bronzi. Il problema non è finanziario, è un problema di mentalità. La gente deve essere consapevole delle straordinarie risorse del territorio, delle grandi opere di pregio culturale, artistico, architettonico, e deve capire quanti sacrifici vadano fatti per valorizzare queste ricchezze uniche al mondo“.
ReggioIl “petrolio d’Italia” (49 siti Unesco, 3.430 musei, 216 siti archeologici, 10.000 chiese, 1.500 monasteri) è poco valorizzato proprio perchè è prima di tutto la gente a non rendersi conto di quanto vale, pronti ad ammirare tutto ciò che è di fuori, a viaggiare all’estero e rimanere ammaliati delle straordinarie bellezze dei vari Paesi del mondo (che, assolutamente, sono tali!), poi a casa nostra chiudiamo gli occhi presi dal clima tipicamente meridionale che ci costringe a vivere con continui lagni e lamenti andando a infangare le nostre città, la nostra terra, dimenticandoci di tutto quello che c’è di bello e straordinario. Anche perché che Reggio sia una catastrofe può dirlo soltanto chi non l’ha mai visitata. I tanti turisti che quotidianamente ne ammirano le bellezze artistiche, architettoniche, storiche e paesaggistiche la pensano diversamente, così come sicuramente la pensa in modo diverso l’amministrazione di Rai 1 che sta girando un grande film proprio a Reggio Calabria, con un cast di primissimo livello internazionale, perché “questa è una delle città più belle d’Europa“, come ha spiegato il regista Carlo Carlei pochi giorni fa.

Condividi