Reggio Calabria, domani manifestazione a Piazza Italia: “contro lo sfascio della sanità reggina”

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Reggio Calabria, Martorano (FIL): “domani alle 10.00 saremo dunque in Piazza Italia, per dare voce alle istanze dei lavoratori e degli utenti”

“La sanità calabrese e quella della provincia di Reggio in particolare sono ormai allo sbando. Abbiamo assistito inermi, come cittadini e come dipendenti, alla smantellamento sistematico di strutture e di professionalità in nome di un disegno di riforma che non è andato oltre il tentativo di tagliare la spesa tagliando i servizi. Oggi ci ritroviamo con la peggiore sanità in Europa, incapace per mancanza di strutture, apparecchiature e personale, di garantire il diritto alla salute dei cittadini. In tutti questi anni sono rimasti inascoltati gli appelli accorati di sindaci, cittadini e organizzazioni sindacali: da mesi chiediamo un incontro con la Commissione Straordinaria ma i nostri ripetuti inviti, peraltro reiterati anche con la “mediazione” del Prefetto, sono rimasti inascoltati“, è quanto scrive in una nota Giuseppe Martorano, segretario generale della Federazione Italiana Lavoratori. “Le responsabilità di questo “sfascio” sono da imputare ad una politica miope, insensibile e disattenta, che non risparmia neanche i rappresentati del Governo (leggi i Commissari) che si sono succeduti in questi lunghi anni. Dopo l’ennesimo silenzio, successivo ad una reiterata richiesta di incontro, silenzi che nemmeno l’intervento del Prefetto di Reggio Calabria è riuscito a scalfire, abbiamo deciso che è ora di scendere in piazza con una manifestazione senza colore politico (perché il diritto alla salute non può avere alcun colore politico): domani alle 10.00 saremo dunque in Piazza Italia, per dare voce alle istanze dei lavoratori e degli utenti. Invitiamo tutti i Sindaci della Provincia di Reggio Calabria, i Consiglieri Regionali, Metropolitani e Comunali, la Deputazione di questa provincia, ma soprattutto tutte le associazioni e i cittadini ad unirsi alla nostra protesta che proseguirà con uno sciopero della fame finché non avremo la certezza di essere finalmente ascoltati”, conclude.

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