Reggina, Denis e la personalità dei campioni nei momenti pesanti: e quel rigore che ricorda Totti…

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Un rigore all’85’ pesa per tutti, ma non per lui, German Denis: ecco dove si vede la personalità dei campioni nei momenti che contano

84′ di Reggina-Viterbese. Sul risultato di 0-0, contatto in area tra il portiere ospite e Paolucci. L’arbitro indica il dischetto, lo stadio freme ma è in tensione, Doumbia va ad abbracciare il giovane ex Monopoli. E poi c’è lui, German Denis, che corre subito verso il pallone, lo prende tra le mani e non lo molla più. Guarda Paolucci e si mette la mano sul petto: “Lo batto io”, gli dice. Paolucci fa un cenno col capo e acconsente.

Il proseguo lo conosciamo tutti, per fortuna. E’ dolce. El Tanque mette dentro ed esplode la gioia sua, dei compagni e di un intero stadio che grida il suo nome. La Reggina sblocca una partita difficilissima, ostica, senza via d’uscita, che rischiava di finire 0-0 anche se le due squadre avessero giocato altre due ore. Serviva l’episodio e l’episodio c’è stato. Ma perché questi diventi qualcosa di concreto e fruttuoso, servono i grandi campioni. Quelli di esperienza, tanta, di personalità, di carisma. Cosa volete che sia, per uno che ha segnato tantissimi gol in Serie A, un rigore all’85’ in Lega Pro? Cosa volete che sia, per uno che ha giocato nella nazionale argentina al fianco di Messi? Che al Napoli, davanti a 60 mila spettatori, ha fatto grandi cose con Hamsik e Lavezzi?

Sia chiaro, non che a questa Reggina mancassero i calciatori di personalità. Anzi, tutt’altro. Ma l’impressione è che, in quel momento, uno come lui fosse la persona ideale a calciare quel rigore. Si è preso la responsabilità, senza paura: “Il pallone scottava? Era pesante, sì, ma io ci sono abituato”, ha detto Denis in sala stampa. E secondo voi, perché è stato acquistato in estate, se non per questi momenti? Soprattutto per questi momenti. Per i momenti decisivi, per quelli in cui il pallone potrebbe scottare a qualsiasi calciatore. Ma non a lui ovviamente. Che ha portato in dote, con le sue 5 reti, ben 7 punti alla compagine di Toscano.

C’è infine un parallelismo. Romantico, senz’altro, e su cui bisogna fare le dovute distinzioni e i dovuti paragoni. Ma a noi piace metterlo in evidenza, perché ci sono almeno quattro elementi molto simili: la tipologia di partita, i minuti in cui è stato concesso il rigore, il calciatore incaricato di tirarlo e il modo in cui è stato realizzato. Facciamo riferimento alla partita Italia-Australia, ottavo di finale del Mondiale 2006. Quello che ha visto gli azzurri campioni e fatto sognare un intero paese. Come non scordare quella gara. Undici di Lippi in inferiorità, partita che si avvia verso i tempi supplementari. Poi Grosso si conquista un rigore, proprio a pochi minuti dal termine, Totti si incarica di batterlo e lo realizza scaraventando di potenza sotto l’incrocio. Proprio come Denis domenica.

E’ vero, sì, lo ribadiamo: il contesto e la partita non possono essere messi a confronto. Lì ci si giocava un quarto di finale di un mondiale, qui invece semplicemente tre punti di una normale partita di Serie C. Ma questa Reggina sta facendo sognare tutti. E dopo anni bui, sognare non costa nulla.

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