Coronavirus, migrante positivo a Pozzallo: aperta un’inchiesta per delitto colposo contro la salute pubblica

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Il sindaco di Pozzallo blinda l’hotspot: non entra e non esce nessuno

La Procura di Ragusa ha aperto una inchiesta sul caso del migrante di 15 anni risultato positivo al Coronavirus mentre si trovava all’hotspot di Pozzallo (Ragusa) dopo essere arrivato da Porto Empedocle. L’inchiesta è coordinata da dal Procuratore Fabio D’Anna. I magistrati cercano di ricostruire quanto accaduto nel passaggio da Porto Empedocle a Pozzallo. Il giovane era arrivato pochi giorni fa a Lampedusa con uno sbarco autonomo. I pm indagano per delitto colposo contro la salute pubblica e omissione d’atti d’ufficio.”Qualcuno ha sbagliato e le responsabilità vanno accertate“, dice all’Adnkronos il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, che ha presentato un doppio esposto alle procure di Agrigento e Ragusa. La notizia della positività al coronavirus del giovane migrante è arrivata nella notte. “Aveva febbre alta e una congiuntivite – racconta -, un grosso campanello d’allarme in un soggetto così giovane. Così abbiamo deciso di sottoporlo al tampone, verso mezzanotte è arrivato l’esito, purtroppo positivo”. Gli altri migranti trasferiti nell’hotspot non presentano al momento alcun sintomo, ma il sindaco ha blindato la struttura. “Da lì non si esce e non si entra – dice –. Inoltre ho preteso che tutti gli operatori siano sottoposti a tampone, pur essendo dotati di dispositivi individuali di protezione. Un atto indispensabile per restituire serenità alla mia comunità“. Il timore del sindaco è che questa vicenda possa alimentare “il germe del razzismo” in una “città che è sempre stata aperta e accogliente“.  “Viviamo una fase delicata e serve la massima attenzione di tutti, simili errori non devono accadere e per questo ho chiesto che si faccia chiarezza al più presto”. A Porto Empedocle nel frattempo sono arrivati 72 migranti soccorsi ieri a largo di Lampedusa. “Ovviamente qui non possono essere portati. Nell’hotspot non entra nessuno“, avverte. Anche perché nella cittadina del Ragusano sono circa 540 le persone in isolamento domiciliare. “Con questi numeri siamo una città ad alto rischio. I controlli vengono effettuati a campione, anche perché con otto vigili in tutto non possiamo certo monitorarli tutti e tutti i giorni. Se qui scoppiasse un focolaio potrebbe essere una tragedia“, conclude.

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