Il liceo internazionale per l’Impresa, Guido Carli, di Brescia, è stato autorizzato dal Ministero dell’Istruzione, rappresentato da Maria Chiara Carrozza, a sperimentare la riduzione del percorso di studi da 5 a 4 anni. Un’ipotesi paventata anche a marzo, quando l’allora Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, aveva annunciato ai sindacati l’intenzione di avviare una sorta di sperimentazione in questo senso, accorciando il curriculum scolastico che dalle elementari conduce gli studenti al conseguimento del diploma. Percorso che attualmente è di 13 anni. Il liceo di Brescia, sponsorizzato dall’associazione industriale della città lombarda, attuerà di qui a poco questo progetto. Le lamentele, efficaci a marzo, quando fu abbandonata l’idea, ora si riaccendono con più vigore. L’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) esprime tutta la propria preoccupazione soprattutto dopo le parole del ministro Carrozza, che davanti a studenti e insegnanti del bresciano ha mostrato la sua totale approvazione verso una riforma del genere. Il ministro afferma anche che quella di Brescia dovrebbe essere un’esperienza da replicare in tutte le altre scuole pubbliche italiane.
I sindacati, dal canto loro, focalizzano l’attenzione sulle conseguenze che si ripercuoterebbero sugli organici degli insegnanti. Infatti, decurtare un anno di scuola dal percorso liceale, vorrebbe dire tagliare anche 40 mila cattedre. Certo, il risparmio per le casse del ministero sarebbe notevole, superando il miliardo e 300 milioni di euro all’anno. Ma, si allarmano i sindacati, significherebbe anche l’impossibilità di accedere a un posto di lavoro di ruolo per tutti quei precari che già da molti anni aspettano di avere una cattedra fissa.
Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, tale riduzione comporterebbe anche l’accorciamento dei tempi di apprendimento degli studenti, e quindi una rivoluzione anche nel campo dei metodi di insegnamento, che dovrebbero essere adattati a dovere per colmare la mancanza del quinto anno. Secondo Pacifico, insomma, l’obiettivo del Ministero dell’Istruzione è quello di creare il precedente per poi attuare tale riforma in tutte le altre scuole.