I tristi video di Falcomatà, nel quartiere più degradato con microfono sotto la mascherina, addetto stampa e cameramen a seguito

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Reggio Calabria, Falcomatà specula sull’emergenza andando ad Arghillà, nel quartiere più degradato della città, a insultare i disperati per qualche like su facebook

Se il Sindaco di una città si impegna per fronteggiare l’emergenza Coronavirus invitando le persone a rimanere in casa, è senza ombra di dubbio cosa buona e giusta. Se però il primo cittadino, massima istituzione, si sostituisce alle forze dell’ordine nel compito di pattugliare la città a caccia di eventuali abusi delle norme arrivando addirittura a redarguire i cittadini, c’è già di per sè qualcosa che non funziona. Perchè non è il suo compito: dovrebbe occuparsi di ben altre faccende, più importanti, lasciando agli agenti di polizia il loro lavoro.

Se poi il Sindaco, nel contesto di una città che sta pienamente rispettando le normative, va proprio nei quartieri più degradati a caccia dei pochi disperati che scendono sotto casa a prendere una boccata d’aria, e lo fa munito di microfono sotto il giubotto e con addetto stampa e cameramen al seguito, allora l’impegno per fronteggiare l’emergenza si trasforma in becera speculazione e propaganda elettorale: approfittare delle paure della gente per raccogliere qualche like su facebook e tentare di recuperare il consenso perduto in cinque anni e mezzo di disastri.

E’ ciò che ha fatto il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che stamattina ha pubblicato un video sulla sua pagina facebook in cui si faceva riprendere ad Arghillà, il quartiere più degradato della città, dove vivono migliaia di rom che abitano con famiglie numerosissime in appartamenti di poche decine di metri quadrati, redarguendoli con toni di cattivo gusto, evidentemente rivolti a caccia di fan sui social, del tipo “sempre voi siete, sempre voi siete! Ma come ve lo devo dire. Chi sta facendu? U po cangiari sulu u motori no? Ma come lo dobbiamo dire?“. (Avrebbe almeno potuto verificare la provenienza di quel motore?!?)

Falcomatà, nel video, ha aggiunto: “E’ possibile che non riusciamo fino a Pasqua a fare le persone serie, ed evitare i contagi?“, come se bisogna stare a casa solo fino a Pasqua, mentre sappiamo tutti dopo l’annuncio del premier Conte di ieri che il lockdown durerà fino al 3 maggio, e come se ci siano molti contagi per la gente che sta in giro a Reggio Calabria, dove in TUTTA LA PROVINCIA stiamo contando appena 4-5 nuovi casi al giorno, tutti legati a persone arrivate dal Nord e NESSUNO contagiato perchè era uscito di casa.

Nel video Falcomatà mette addirittura in soggezione un poveretto intimandogli “La mascherina non ce l’hai?“, come se fosse uno strumento obbligatorio e come se fosse facile trovarla per tutti i cittadini. Ma essere forti con i deboli è semplice.

Un bravo Sindaco, oltre a concentrarsi nel fare il suo lavoro, a garantire la raccolta dei rifiuti e l’arrivo dell’acqua nelle abitazioni dei reggini costretti a vivere dentro casa senza che nessuno passi a svuotare i mastelli e con i rubinetti a secco, dovrebbe semmai andare in giro a regalare mascherine e sostenere la popolazione provata da sacrifici enormi. Invece per strappare qualche “Mi Piace”, specula sulle paure della gente in emergenza e si traveste da sceriffo andando ad Arghillà, tra rom e disagiati, fornendo una pessima immagine della sua città. Che invece sta dando una grandissima prova di responsabilità: le strade sono deserte, la gente ha risposto con straordinaria correttezza alle norme anti-contagio e lo dimostrano i numeri dell’epidemia che certificano come la Calabria, e in modo particolare Reggio, siano le aree meno colpite in assoluto di tutto il territorio italiano. E il Sindaco, anzichè venire a citofonarci uno ad uno per dire “GRAZIE, CONTINUIAMO COSI’ CHE STA ANDANDO TUTTO BENE, si mette la mascherina per farsi riprendere a caccia di like. Sulla pelle della (sua) povera gente.

In tutta franchezza, sarebbe stata meglio un’altra foto con l’impasto della pizza.

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