Il regista siracusano Manuel Giliberti dirige l’opera al Teatro Savio
Domenica 22 novembre va in scena al Teatro Savio “Interno di casa con bambola”, secondo appuntamento della rassegna teatrale “Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena”, curata da QA-QuasiAnonimaProduzioni. Doppio appuntamento alle 18.00 e alle 21.00 per la pièce diretta dal regista siracusano Manuel Giliberti, che torna a Messina ancora una volta nel cartellone di Atto Unico dopo aver conquistato il pubblico lo scorso novembre con Ratpus. Il regista, autore della recentissima monografia dedicata alla nota attrice Piera degli Esposti, si concentra anche quest’anno su uno studio del complesso mondo femminile, eleggendo a testo d’ispirazione l’intramontabile “Casa di bambola” di Henrik Ibsen, una pungente critica ai tradizionali ruoli dell’uomo e della donna. La riscrittura di Giliberti “Interno di casa con bambola” fa scolorire volutamente gli elementi di religiosità e di costume legati all’epoca vittoriana e, pur nel rispetto della narrazione ibseniana, tenta di aprire uno squarcio su un finale diverso e differenziato: Nora sceglierà la libertà e la ricerca di se stessa o rinuncerà a vivere?
In scena un nutrito cast di attori di grande spessore che vantano esperienze importanti e un legame particolare con il teatro classico e l’Istituto Nazionale del Dramma Antico: Laura Ingiulla, Davide Sbrogiò, Lorenzo Falletti, Giorgia D’Acquisto e con la partecipazione di Antonietta Carbonetti. Anche quest’anno le musiche originali sono firmate dal Maestro Antonio Di Pofi, più volte autore di musiche per gli spettacoli classici in scena al Teatro Greco di Siracusa. I movimenti coreografici sono curati da Serena Cartia, scene e costumi da Rosa Lorusso. La direzione di scena e l’organizzazione sono di Mattia Fontana.
È possibile acquistare biglietti e abbonamenti presso la libreria MONDOLIBRI oppure presso il Teatro Savio il giorno stesso dello spettacolo.
Interno di casa con bambola – trama
Liberamente ispirato a Casa di bambola di Henrik Ibsen: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un’altra completamente differente in una donna. L’una non può comprendere l’altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo».
Casa di Bambola, di Henrik Ibsen (1879) è una pungente critica sui tradizionali ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito del matrimonio durante l’epoca vittoriana.
La protagonista in realtà, inconsciamente consapevole della pochezza del suo ruolo nell’universo familiare e sociale, sfoga tutte le sue frustrazioni in comportamenti eccessivi e non equilibrati e il suo segreto, il ricatto che subisce e l’inestinguibile debito contratto, sono in realtà l’unico elemento lucido della sua personalità.
“Interno di casa con bambola”, alla maniera di uno still life pittorico, racconterà così contemporaneamente la vita che si fa morte in quel momento, quel preciso momento in cui se ne fissa per sempre l’immagine privandola della motilità dell’animo.