Reggina, Toscano è a un bivio: cosa scegliere e a chi affidarsi in termini di uomini e modulo? Tutte le alternative tattiche
Nel calcio moderno non esiste il modulo fisso. E’ una frase che sempre più spesso si sente ripetere dagli allenatori, specie quelli emergenti che si affacciano al “calcio 2.0”. E’ vero. Ci sono sempre meno integralisti e più pragmatici, meno filosofie e più risultati. E, in un’era in cui viene chiesto tutto e subito, per un tecnico è più facile adattare un atteggiamento tattico in base alle caratteristiche dei calciatori a disposizione anziché il contrario. E così non esiste la difesa a 4 o a 3, non esiste la mezzala/trequartista ma – sempre più spesso – la mezzala/trequartista, non esiste il terzino ma l’esterno a tutta fascia e via discorrendo.
In tutto ciò, c’è la Reggina e c’è Toscano. In altra pagina abbiamo sfatato il falso mito che possa essere un integralista. Anzi, più che sfatato, lo abbiamo messo nuovamente in evidenza, visto che a parlare per lui sono i fatti. In passato, infatti, più volte il trainer reggino ha cambiato vestito tattico in corso d’opera alla squadra allenata, allontanandosi dal marchio di fabbrica 3-5-2/3-4-1-2, il modulo base e quello più utilizzato.
A Reggio Calabria non ci si è posti mai la domanda su un relativo cambio modulo o atteggiamento tattico. Perché la Reggina, nella scorsa stagione, giocando così ha fatto faville e non ha avuto di certo bisogno di cambiare. E perché, dalle parti del Sant’Agata, è stato sempre un modulo storicamente “comodo” e funzionante, che ha spesso fatto fronte alle emergenze.
Adesso, dopo 8 giornate in Serie B, la domanda che ci si pone è se questo modo di giocare possa essere adatto ad una rosa che non è stata rivoluzionata, ma sicuramente modificata in alcuni settori chiave. La Reggina vista in campo domenica contro il Pisa, lo abbiamo scritto e riscritto, era quasi nuova di zecca rispetto a quella della passata stagione, e non è quindi sembrata adatta ad un atteggiamento e un modo di stare in campo “abituali” (perlomeno da un anno e mezzo a questa parte) per quello che – lo abbiamo evidenziato – è stata la distanza tra i reparti e gli enormi buchi a centrocampo.
Da qui – in virtù di un cambio di rotta necessario dal punto di vista soprattutto dei risultati e cercando di far fronte a più di un indisponibile – Toscano è arrivato a un bivio: cosa fare adesso? Persistere nell’atteggiamento e nelle idee di sempre affidandosi magari “all’usato sicuro”, e cioè a una buona fetta di calciatori che l’anno scorso potevano garantire un certo modo di giocare, o cambiare quasi radicalmente uomini ma anche atteggiamento e modo di stare in campo? Per forza di cose, in ottica Monza e in vista di un ciclo di partite non certo semplice, il mister dovrà prendere delle decisioni importanti dal punto di vista mentale (ha parlato lui di più “coraggio” e quindi di aspetto psicologico come elemento da migliorare) ma, anche, tattico.
Non sappiamo quale sarà la decisione del mister. Se ha già deciso, lo sta facendo in questi giorni, lo farà a breve o non lo farà mai. L’impossibilità a seguire gli allenamenti in settimana non dà la possibilità di sbilanciarsi su eventuali scelte, modifiche o rivoluzioni. Di certo, come detto in altra pagina, la risposta data ieri ai canali ufficiali fa pensare un attimino. Se il mister, come già fatto in passato, dovesse pensare a un cambio modulo o a una modifica dell’atteggiamento tattico, come potrebbe schierare i suoi?
La rosa ampia e le numerose alternative permettono cambi dall’inizio ma anche in corsa, come già accaduto quest’anno in qualche circostanza. I moduli più utilizzati da Toscano in carriera, oltre al suo marchio di fabbrica, sono stati il 4-3-1-2, il 4-3-2-1 e il 4-2-3-1. Andiamo a vedere nel dettaglio tutte le soluzioni, con l’ausilio della FOTOGALLERY in alto.
3-4-1-2: nessun cambio modulo o atteggiamento ma fiducia all’usato sicuro
In questo caso, pur cambiando categoria e avversari, e pur con un attacco quasi completamente nuovo di zecca, ci si potrebbe affidare a gente carismatica, che conosce Toscano e il suo modo di giocare, che l’ha interpretato in passato e disposta a sacrificare la tecnica alla corsa e al sacrificio. Potrebbe così essere data totale fiducia ai vari Loiacono, Bianchi, Liotti, Rolando, Denis, Gasparetto, De Rose (seconda immagine della FOTOGALLERY a corredo dell’articolo).
4-3-1-2: cambia la disposizione della difesa e il lavoro degli esterni, ma c’è un centrocampista in più
Un centrocampista in più a protezione della difesa, che ha invece un centrale in meno e due terzini. Qui Cionek ritroverebbe il ruolo a lui più congeniale e Crisetig si sentirebbe più “a suo agio” con due mezzali accanto a far legna, lasciando a Bellomo più possibilità di offendere (terza immagine della FOTOGALLERY a corredo dell’articolo).
4-3-2-1: un albero di Natale ancora più conservativo, con una sola punta
La differenza sostanziale, in questo caso, sarebbe l’utilizzo di un unica punta, con due trequartisti a supporto. Una soluzione molto simile a quella della Reggina attuale, dove Menez si ritrova a svariare per tutto il fronte offensivo (quarta immagine della FOTOGALLERY a corredo dell’articolo).
4-2-3-1: terzini “abbottonati” ed esterni offensivi, una scelta nuova
Poche volte, solo a Novara per un periodo, Mimmo Toscano ha utilizzato questo modulo in carriera. Uno schieramento nuovo, moderno, offensivo, poco usuale in riva allo Stretto. Di difficile attuazione, ma prevedrebbe l’utilizzo di due terzini “abbottonati”, più difensivi, e la presenza di esterni alla Situm, dalle spiccate caratteristiche offensive (quinta immagine della FOTOGALLERY a corredo dell’articolo).
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