Viaggio nella storia. Come, quando e perché è stata istituita la “città metropolitana”, ponendo Reggio Calabria tra le 10 principali città d’Italia: le testimonianze, i racconti, i retroscena
Come, quando e perché Reggio Calabria è diventata città metropolitana? E quali sono i vantaggi di questo istituto rispetto ad un qualsiasi altro comune, o alla stessa Reggio prima di questa nomina? La storia ha inizio da molto lontano, o da poco, a seconda dei punti di vista. Ma prima di far entrare la nostra mente all’interno di un processo culturale ben specifico che ha contraddistinto una svolta (potenziale) per la città dello Stretto, è necessario definire esattamente il termine “città metropolitana”.
Che cos’è la città metropolitana?
“Tipo speciale di Provincia con poteri notevolmente più ampi e molto vicini a quelli comunali, soprattutto in ambito urbanistico, istituita su iniziativa dei Comuni interessati nella Aree metropolitane” (Treccani). Questa definizione tende già a semplificare i contenuti. La città metropolitana, infatti, è una città diversa da tutte le altre. E’ un’area con “poteri maggiori”, un “tipo speciale di Provincia”, un grande agglomerato urbano – che elimina le Province, riduce i costi e cambia volto ai Comuni – indipendente e autonomo.
Una città metropolitana può autonomamente procedere allo sviluppo del proprio territorio – in ambito urbanistico, ambientale, culturale, economico, turistico e quant’altro – senza dover sottostare ad altri enti locali e nazionali che facciano da tramite. Ha una “corsia preferenziale“. Sviluppata l’idea, pubblicato il bando, riceve autonomamente i fondi – statali, europei, comunitari – necessari allo svolgimento del progetto. E’ una possibilità enorme, una risorsa ed un vantaggio di cui noi cittadini non ci rendiamo effettivamente, ancora, conto. Ma che, quando ha avuto la possibilità effettiva di realizzarsi, è stata pensata per guardare al futuro con efficacia e ottimismo.
Le fasi precedenti all’istituzione di Reggio Calabria città metropolitana
Reggio Calabria diventa formalmente città metropolitana nel 2014, con la legge Delrio del 7 aprile che istituisce tutti i quattordici enti territoriali di area vasta. All’atto pratico, però, la nomina della città risale a qualche anno prima, sotto la guida del Sindaco Giuseppe Scopelliti. Era esattamente il 2009, il 24 marzo per la precisione, quando l’allora Sindaco – come racconta nel suo libro-intervista “Io sono libero” – ha affrontato la questione in Aula trovandosi prima l’opposizione di Italia dei Valori e PD e poi l’appoggio di Italo Bocchino. Ma prima di arrivare a quella fase, e cioè quella dell’effettiva approvazione, l’amministrazione comunale aveva portato avanti un lungo e importante processo di crescita della città nel corso degli anni che ha attirato anche l’attenzione del Governo nazionale.
Perché e come Reggio Calabria è diventata città metropolitana?
Reggio Calabria si è solo aggiunta dopo alle 9 città già scelte in precedenza come metropolitane (più altre 4 delle Regioni a Statuto Speciale Sicilia e Sardegna). Quella di voler istituirla solo successivamente dimostra la forza e determinazione politica di allora di ottenere un qualcosa di “privilegiato“. L’istituzione di città metropolitana era, infatti, per “poche elette” e i parametri di Reggio Calabria – geografici, demografici, economici e non solo – non erano neanche lontanamente paragonabili a quelli delle altre città. Eppure, come detto, la crescita nei primi anni del nuovo millennio della città dello Stretto aveva attirato l’attenzione di Roma.
“Io ci ho messo la firma, ma il merito è quasi tutto di Scopelliti, per la sua capacità di pressione politica”, aveva detto poco tempo fa l’ex deputato Italo Bocchino tornando sull’argomento.
Reggio Calabria diventa città metropolitana: tutta la gioia e l’emozione di Demi Arena quella sera di marzo 2009
Ma tornando a quella sera di marzo 2009 – giorno della firma dell’emendamento – emozionante fu l’incontro dello stesso Arena con Scopelliti di ritorno da Roma. Il fatto, già noto, lo racconta lo stesso ex Sindaco e Governatore nel suo libro. “Io avevo vissuto l’epoca della rivolta e questo aveva condizionato la mia vita nella volontà di rimanere qui – spiega sempre Arena ai nostri microfoni – quell’evento mi aveva fortemente legato a questa città. Quindi, chi come me aveva vissuto quei momenti – e ne era stato condizionato – considerava come segno di riscatto l’istituzione di Reggio città metropolitana, quasi come ci fosse una qualche volontà divina a dover ripagare tutto quello che la città aveva subito”.
“Ricordo che quella sera, a tarda ora, dopo una giornata particolarmente impegnativa, mentre salivo le scale di casa appresi che Peppe stava rientrando da Roma con l’ultimo volo. Entrai a casa ed invece di sedermi a tavola, mi levai la cravatta, infilai un maglione e usci di fretta lasciando interdetti mia moglie e i miei figli, già “provati” dall’attesa del mio rientro. Ma quella, per me, era una serata speciale, che avevo sognato, inseguito per 40 anni, era il momento del riscatto dall’ingiustizia subita con lo scippo del Capoluogo. Con il riconoscimento dello status di città Metropolitana, finalmente, Reggio veniva risarcita. Nei 15 minuti di viaggio verso l’aeroporto ho rivissuto i ricordi più significativi dei Moti di Reggio. Come in un film ho rivisto le piazze stracolme di decine di migliaia di Reggini che invocavano giustizia. Il mio pensiero è andato alle vittime della Rivolta e ai capi storici dei “ Boia chi Molla” , Ciccio Franco, Renato Meduri e Natino Aloi .Con rammarico pensavo che ad attendere Scopelliti all’aeroporto avrebbe dovuto esserci tutta la città, per tributargli il giusto riconoscimento, per festeggiare e gioire perché, con una legge dello Stato, a Reggio era stata riconosciuta una leadership che la storia e le leggi le avevano assegnato e che un diabolico gioco di potere le aveva sottratto” (Un estratto del post Facebook di Demi Arena direttamente dal suo profilo ufficiale).